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ROSARIO PINTO, SU IL "ROMA" 08/05/2023

Recentemente, nella sede dell'Istituto di studi sull'Astrattismo e l'Aniconismo di Nocera Inferiore, Marianna Battipaglia ha svolto un seminario in cui ha illustrato con ricca documentazione il profilo di una ricerca creativa che si presenta di notevole interesse poiché vale a fornire una convincente dimostrazione dell'azione del fattore tempo nella determinazione di un "precipitato" estetico di cui è giusto procedere ad approfondire le ragioni. La Battipaglia, che ha alle spalle un pregresso "iperfigurativo" di notevolissimo spessore, oggi, propone un rèvirement creativo in base al quale provvede a definire che la proposta dell'artista può svilupparsi su due piani: uno nascosto, l'altro evidente, due piani che potremmo anche definire, più genericamente, di contenuto e forma. Fin qui, potrebbe dirsi, nulla di nuovo, se non provvedesse la nostra artista a rendere comunicanti tra loro questi due piani, presentandoli come due livelli dell'opera oggettualmente sovrapposti. Il livello superficiale, di ispessita e godibile formulazione materica può essere variamente rimosso, da parte del fruitore, attraverso lo strappo di apposite striscette, che liberano di volta in volta una porzione di superficie del primo strato, lasciando emergere il livello sottostante. Ciò comporta, evidentemente, anche, per la legge dell'irreversibilità del tempo, che lo strato rimosso andrà definitivamente perduto. Al fruitore tocca allora di scegliere se conservare il "mistero" di ciò che si nasconde sotto lo strato superficiale, lasciando quindi l'opera integra nel suo aspetto iniziale o intervenire a disvelare il mistero compromettendo però irremediabilmente la consistenza originale e complessiva dell'opera. Potremmo definire tutto ciò come la responsabilità partecipativa del fruitore: una bella scelta! che si offre come opportunità di intervento cinestetico ampiamente giustificabile in un quadro prospettico di ordine "concettuale".

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